Curiosi di provare la versione beta del sistema operativo Android P sul vostro smartphone? Ecco cosa bisogna fare.
Google ha presentato lo scorso mese di marzo Android P, la nuova versione del sistema operativo – la versione numero 9.0 –che era già disponibile in versione Factory Image ma anche OTA per tutti coloro che vorranno provare in anteprima tutte le novità introdotte dall’azienda di Mountain View.
Con l’evento di maggio dell’azienda di Mountain Views, inoltre, è stato lanciata la prima versione beta di Android P – nome del sistema operativo non ancora definitivo – che può essere istallata nei seguenti modelli di smartphone:
- Pixel 2 / Pixel 2 XL
- Pixel / Pixel XL
- Essential Phone
- Sony Xperia XZ2
- OnePlus 6 (coming soon)
- Xiaomi Mi Mix 2S
- Nokia 7 Plus
- Oppo R15 Pro
- Vivo X21
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Come istallare la versione beta di Android P
Iniziamo dall’istallazione della versione beta di Android P sugli smartphone Pixel e Pixel 2 e le varianti XL:
- Bisogna registrarsi al programma di beta testing a questo indirizzo dove vi verrà chiesto di inserire la mail del vostro account Google presente sullo smartphone
- Attendere di ricevere la notifica sul vostro smartphone che vi informa della presenza di un nuovo aggiornamento software.
- Accedere all’area di download ed installazione del nuovo sistema operativo Android P
Per gli altri smartphone, invece, in basso troverete i link che vi spiegheranno passo per passo il procedimento da seguire per installare il nuovo sistema operativo di Android:
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Essential Phone: Istruzioni per l’installazione
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OnePlus 6: Istruzioni per l’installazione
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Sony XZ2: Istruzioni per l’installazione
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Nokia 7: Istruzioni per l’installazione
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Oppo R15 Pro: Istruzioni per l’installazione
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Vivo X21UD: Istruzioni per l’installazione
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Vivo X21: Istruzioni per l’installazione
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Xaiomi Mi Mix 2S: Istruzioni per l’installazione
Le principali novità di Android P
Il blog tutto italiano dedicato al sistema operativo di Google, Android World, ha analizzato nel dettaglio tutte le nuove funzioni previste con il nuovo Android P, che sono le seguenti:
- Supporto ai notch: (display cutout API): grazie a delle librerie dedicata sarà più semplice per gli sviluppatori ottimizzare le proprie app nel caso ci fosse una “tacca” in cima allo schermo.
- Multi-camera API: gli sviluppatori potranno avere accesso allo stream da due o più fotocamere simultaneamente e manipolarli di conseguenza.
- Notifiche migliorate per la messaggistica: le notifiche dalle app di messaggi potranno contenere immagini e sticker, mostrare intere conversazioni con i nomi dei contatti, e suggerire smart reply, come del resto già fa la nuova app di Google, ma in questo caso parliamo di un supporto nativo a livello di OS. Se inoltre inizierete a comporre una risposta dalla notifica ma per qualche motivo la doveste chiudere, il messaggio sarà salvato in bozza.
- Rilevamento della posizione in interni: viene aggiunto il supporto al protocollo Wi-Fi IEEE 802.11mc che permette alle app di misurare la distanza dagli access point, triangolando così la posizione dell’utente in luoghi chiusi, con una approssimazione di 1-2 metri.
- Open Mobile API per i pagamenti NFC: gli sviluppatori potranno accedere ad un sistema sicuro ed abilitare pagamenti tramite smart card.
- Data cost e JobScheduler: il JobScheduler, ovvero colui che si occupa di avvicendare i vari task, può rinviare certe richieste in caso di rete congestionata o effettuarne il prefetch con rete libera.
- ImageDecoder: si tratta di un sostituto per BitmapFactory, che supporta meglio le immagini animate. Android P introduce una nuova classe per supportare meglio GIF e WebP.
- Semplificati i notification channel.
- Supporto per High Dynamic Range (HDR) VP9 Profile 2, in modo da fornire contenuti in HDR da YouTube, Play Movies, ed altre app.
- Neural Networks API si allarga con il supporto a nove nuove operazioni.
- Da novembre 2018, come già sapevamo, Google Play richiederà che gli aggiornamenti delle app abbiano come target Android Oreo (API 26) o successive versioni. Nella prima preview di Android P questo limite è sceso ad Android 4.2 (API 17) e salirà gradualmente con le successive preview.
- L’accesso alle API non pubbliche sarà ristretto gradualmente.
- Le app in background non avranno accesso a microfono, fotocamera o altri sensori.
- Android P permette la crittografia lato client dei backup. Il PIN o comunque il metodo di sblocco impostato saranno necessari per il restore dei dati salvati in locale.
VIA | Android World